di Roberto Di Cesare
Giunti attualmente a febbraio, precisamente più di 9 mesi di distanza separano l’ambiente Napolidall’indelebile ricordo del tricolore guadagnatosi dopo 33 anni di attesa dal precedente.
Nessuno, passando dai tifosi agli stessi giocatori, avrebbe potuto prevedere una tale vertiginosa caduta, che dopo 24 giornate trascina i partenopei, non solo ampiamente al di fuori dalla corsa scudetto ma, al momento, persino dall’Europa.
Di fatto, sono solamente 35 i punti collezionati dalla squadra del presidente De Laurentiis in 23 partite disputate. Un andazzo che inevitabilmente, fa apparire i 90 punti dello scorso anno un vero e proprio miraggio, con uno scudetto pronto a essere scucito dalla maglia azzurra.
Con un Inter che viaggia a vele spiegate e stravince l’ennesimo big match contro la nuova Roma di De Rossi, si aggiunge alla festa anche il Milan, vittorioso proprio contro Mazzarri per 1-0.
Nonostante i numerosi tentativi del tridente azzurro, particolarmente sfortunato nella fase finale dal match, rimane intatta la porta di Mike Maignan.
Non sarà, nonostante ciò, questa sconfitta a evidenziare la grande difficoltà della compagine campione in carica, arrivata a San Siro con 7 sconfitte alle spalle, aumentate a 8 in seguito al gol da scuola calcio di Theo Hernandez.
Le cause del declino appaiono come rintracciabili in più ambiti, sotto un punto di vista gestionale e tattico, che si rivelano interdipendenti l’uno con l’altro.
Innegabile prima di tutto la passività durante la finestra di mercato estiva da parte della società, che nonostante le entrate straordinarie portate dallo scudetto e dall’andamento in Champions, sostituisce due protagonisti del percorso vincente come Kim e Spalletti rispettivamente con una scommessa impreparata come Natan e un allenatore non più abituato agli alti livelli come Rudi Garcia.
È così che con l’assenza della colonna portante difensiva e di un allenatore come Spalletti si frantuma il puzzle perfetto della passata stagione, con componenti come i vari Lobotka, Osimhen e Kvaratskhelia che insieme ai propri compagni perdono il proprio estro che tanto ha fatto innamorare napoletani e non.
Con il calcio che da così una lezione su questa realtà, dove, come si sa, le cose più belle durano poco.