È il 1987 ed Al Bano e Romina Power pubblicano, su etichetta WEA Italiana, il singolo discografico
“Nostalgia Canaglia”. Quella stessa nostalgia che giorno dopo giorno si riscontra nel mondo delle
produzioni discografiche. ” La musica sta vivendo un momento storico di crisi irreversibile”; lo dice
anche il dj producer parigino David Guetta . E’ scarsa di idee, tende sempre a buttare l’occhio nei
grandi successi del secolo scorso.
Molti produttori, infatti, utilizzano le sonorità del passato per avere un successo garantito.
Basti pensare alla canzone “Mille” di Fedez, Achille Lauro feat. Orietta Berti, che ha riportato in auge lo
stile musicale degli anni ‘60 anche fra i giovani di oggi.
E’ proprio a partire dagli anni ’60 che il panorama musicale mondiale compie un salto evolutivo
rilevante: la nascita di nuovi generi, l’affermazione del cantautorato ed anche la pubblicazione dei
primi album. Tutto è iniziato con l’avvento del Rock and Roll, poi proseguito con il Pop Rock, il
Blues, il Country, il Funk, il Soul e la R&B. La vera innovazione di quegli anni è la “popular music
beat”, una miscelazione di suoni e ritmi che hanno dato vita a brani indimenticabili ed artisti
leggendari come Elvis Presley, i Beatles, i Rolling Stones e tanti altri.
Con un balzo in avanti, si arriva negli anni ‘90, la decade in cui predomina la Dance Music, che è
ritornata alla moda tanto da essere utilizzata in numerosi spot televisivi, proiettando i giovani
all’interno dei 10 anni musicali più belli di sempre. Intramontabile!
Quella odierna, invece, si può definire la “musica del mordi e fuggi”. Pubblico e critici musicali sottolineano che le canzoni non sono più durature ma si ricordano per circa due anni, creando cosi una sorta di appiattimento dell’interesse del pubblico su generi nuovi.
Ecco perché, per la maggiore, chi si trova in auto utilizza dispositivi usb per la riproduzione di musica del passato.
L’avvento di internet e di piattaforme che danno la possibilità di inserire musica prodotta da
chiunque e di qualsiasi genere ha sicuramente inaridito l’utilizzo della fantasia e delle idee che
abitualmente trovano spazio in una condizione di vuoto e di assenza. Il fatto di essere sommersi
da una moltitudine di canzoni, a quanto pare, non permette di sviluppare niente di interessante.
Dunque una vera e propria nostalgia che colpisce, non solo il mondo dei produttori o degli
ascoltatori che hanno vissuto gli anni ‘50, ‘60, ‘70, ‘80, ‘90, definiti gli anni d’oro della musica, ma
anche della generazione dei giovani, che si proietta ad ascoltare sempre “il pezzo” di un tempo.