“La Uil Pubblica Amministrazione ha appreso dagli organi di stampa dell’attivazione dello sportello dell’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna presso il Tribunale di Palermo : con vero rammarico, duole segnalare che, ancora una volta, la direzione non si è attenuta a quanto previsto ai sensi dell’articolo 4 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, in merito all’obbligo dell’invio dell’informativa sindacale”: lo afferma il segretario generale della UilPa di Palermo Alfonso Farruggia, lamentando “l’inesistenza delle relazioni sindacali” con la dirigenza.
Parole messe nero su bianco in una lettera che l’esponente sindacale ha trasmesso, tra gli altri, ad Anna Internicola, direttore reggente dell’Ufficio Interdistrettuale dell’Esecuzione Penale Esterna di Palermo e al direttore generale del Personale, delle Risorse e per l’Attuazione dei Provvedimenti del Giudice minorile del Ministero della Giustizia Giuseppe Cacciapuoti.
“La UilPa di Palermo – osserva il segretario generale – non ha ricevuto dal direttore reggente alcun atto dispositivo riguardante l’organizzazione e l’assegnazione del personale che, sempre secondo quanto appreso dalla stampa, è già a lavoro e sta espletando il servizio presso il Tribunale di Palermo”.
“In mancanza dell’invio dell’informativa ai soggetti che hanno titolo per rappresentare le istanze dei lavoratori – spiega – viene meno il presupposto di un corretto esercizio delle relazioni sindacali e degli strumenti a esse propri”.
“Eppure – aggiunge – è proprio il sistema delle relazioni sindacali il mezzo principale per costruire rapporti stabili tra amministrazioni pubbliche e organizzazioni dei lavoratori, improntate alla partecipazione consapevole, al dialogo costruttivo e trasparente, alla reciproca considerazione dei rispettivi diritti e obblighi, nonché alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti”.
“Scopriamo inoltre con stupore – ironizza Alfonso Farruggia –l’esistenza di una nuova modalità contrattuale: nessuna informazione da inviare ai soggetti sindacali, ma solo la divulgazione attraverso la stampa”.
“A quest’ultima, è persino superfluo specificarlo – puntualizza il segretario – non è rivolta alcuna critica, perché svolge il compito a cui è preposta, ovvero informare correttamente i cittadini”.
“Spiace davvero – prosegue – dovere sottolineare il comportamento palesemente antisindacale in atto, anche in considerazione di una novità così importante perché sono tante le ricadute operative che riguarderanno proprio gli Uffici dell’Esecuzione Penale Esterna, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 150 del 10 ottobre del 2022, attuativo della legge 134 del 27 settembre del 2021”.
Un tema focale per la giustizia, che ha visto più volte l’intervento delle organizzazioni sindacali a livello nazionale.
Sulla delocalizzazione delle attività dell’UEPE, che potrebbe anticipare l’istituzione di sedi distaccate, il sindacato, nello specifico, manifesta una posizione molto critica.
“Si tratta – afferma Alfonso Farruggia – di un’operazione che, a oggi, non risulta praticabile poiché non è neppure prevista dall’organigramma del dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità”.
“Di certo – continua – non è la soluzione al problema dei carichi di lavoro, aggravatosi a seguito della riforma dell’ex ministro Marta Cartabia, che assegna ulteriori compiti all’esecuzione penale esterna in materia di sospensione del processo e delle sanzioni sostitutive alle pene detentive brevi, producendo, nel breve termine, un forte incremento del volume di attività degli uffici preposti, peggiorando così le condizioni di lavoro di tutti gli operatori, all’interno di un sistema già al limite della sostenibilità”.
Temi nevralgici che includono anche la messa alla prova, che permette alle persone imputate o indagate per reati di minore allarme sociale di svolgere un cammino di risocializzazione e di riparazione attraverso lo svolgimento di servizi sociali e con la sospensione del procedimento penale.
“Il rischio è che gli uffici implodano – osserva – e che il personale già esiguo, non certo per negligenza, si trovi impossibilitato a rispondere nei tempi previsti alle richieste dei committenti con la conseguenza di diffide e denunce di omissioni di atti d’ufficio”.
“Chiediamo al direttore generale del personale – conclude il segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione di Palermo – chiarimenti e interventi su quanto è accaduto”.