Intervento dell’Arma dei Carabinieri a Trabia (PA)



La mattina di mercoledì 4 maggio i Carabinieri di Trabia hanno eseguito un sopralluogo presso una struttura adibita a rifugio per cani, rinvenendo una quarantina di cani sepolti e altri in putrefazione in bidoni di plastica, precarie condizioni igienico sanitarie; decine di cani letteralmente abbandonati, senza cibo e acqua e circondati da topi. Animali completamente abbandonati nonostante il sopralluogo avvenuto nel recente passato da esponenti del Movimento Animalista di denuncia “Stop Animal Crimes Italia” unitamente alla Polizia Locale di Trabia quando era stata, già all’epoca, accertata la presenza di numerosi cani detenuti nell’incuria, privi di vigilanza sanitaria, alimentati con ciò che il proprietario rinveniva soprattutto pane duro e verdura. Drammatiche le condizioni igienico sanitarie per cui l’Associazione aveva presentato istanza di Ordinanza di sgombero al Sindaco di Trabia per ragioni igienico sanitarie oltre che ovviamente per il benessere animale ovvero denuncia querela alla Procura della Repubblica di Termini Imerese chiedendo il sequestro degli animali e dell’area, a tutti gli effetti costituente un rifugio abusivo ovvero privo delle licenze autorizzative e nella disponibilità di persona non in grado di sopperire alle esigenze alimentari ed etologiche degli animali.
Un rifugio, quello sequestrato dai Carabinieri, noto da anni alle Associazioni palermitane e siciliane che hanno “parcheggiato” cani per poi chiedere donazioni private, ma dove nessuno, a parte qualche sacco di crocchette inviato, ha mai posto rimedio definitivo nell’interesse del benessere degli animali.

Realtà come queste, a centinaia sul territorio non solo siciliano, sono il prodotto di una tutela animale malata, concentrata su aspetti emergenziali – che producono milioni di euro che senza alcun tipo di controllo viaggiano attraverso migliaia di carte prepagate di sedicenti salvatori degli animali che però ignorano i migliaia di cani reclusi ei canili autorizzati – ma non preventivi e su collaborazioni risolutive con i Comuni ma anche di una gravissima assenza delle Istituzioni deputate al controllo e contrasto del randagismo (presso il rifugio, infatti, c’era già stata la ASL nel 2013 che però si era limitata – secondo il diffuso modus operandi – a rilasciare prescrizioni senza applicare alcuna misura cautelare che ponesse fine all’attività di raccolta cani del denunciato) del tutto estranee e lontane dal principio centrale della legge quadro di lotta al randagismo la 281/91 che è la prevenzione e l’adozione.

Comunicato Stampa – Stop Animal Crimes Italia

ENTE DI DENUNCIA PER I REATI A DANNO DEGLI ANIMALI E DELL’AMBIENTE
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Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Azzurra News

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