Si tratta di una playlist che procede in ordine cronologico dall’Anno Zero della sua fondazione ai giorni nostri, con due brani rappresentativi per ogni decennio
Con una playlist di canzoni dedicata alla Festa della Repubblica creata
ad hoc dagli storici musicali Luciano Ceri e Paolo Prato, il Portale
della Canzone italiana celebra, domani 2 giugno, il settantaquattresimo
compleanno della Repubblica Italiana (http://www.canzoneitaliana.it/buon-compleanno-italia-playlist.html).
Una
playlist che procede in ordine cronologico dall’Anno Zero della sua
fondazione (1946) ai giorni nostri, con due brani rappresentativi per
ogni decennio. Si parte dal dopoguerra e dall’euforia generata dalla
Liberazione che è alla base di Festa d’Aprile (1948), su testo
dell’intellettuale antifascista Franco Antonicelli. Tammuriata nera
nasce nel 1944, ispirata da un fatto vero accaduto nel napoletano e
annuncia, con molto anticipo, la società multietnica che verrà. Gli anni
Cinquanta si aprono con la questione triestina, che riecheggia sullo
sfondo della canzone vincitrice della seconda edizione del Festival di
Sanremo, Vola colomba (1952), mentre U pisci spada (1954) rappresenta
l’Italia delle radici popolari, fotografata in bianco e nero dal cinema
neorealista a cui si richiama il Modugno cantastorie. È l’Italia che
cede il passo ai nuovi costumi introdotti dal boom economico e fustigati
da Celentano nel Il ragazzo della via Gluck (1966), mentre gli anni
Sessanta si aprono a orizzonti internazionali, inseguendo il sogno di
una generazione (C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i
Rolling Stones, 1967). Negli anni Settanta gli italiani cominciano a
guardarsi dentro e scoprono vizi e virtù del loro modo di vivere: C’è
chi si prende in giro (Quelli che, 1975) e chi lo fa con coscienza
civica (Viva l’Italia, 1979). Gli anni Ottanta invece riportano in auge
la retorica patriottica e si torna a cantare il tricolore (Italia,1988)
anzi, fieri di essere italiani (L’italiano, 1983). Ma dura poco, perché
negli anni Novanta è di nuovo l’ironia a marcare l’istinto di patria
(Inno nazionale, 1995), fino allo sberleffo post-moderno (La terra dei
cachi, 1996). E mentre la musica cambia, le tematiche restano quelle
anche nel Terzo Millennio, intente a esplorare l’evoluzione dei luoghi
comuni con nuovo spirito identitario – Io non mi sento italiano (2003) –
e con rabbia – L’Italia (2009). Due istantanee del tempo presente
chiudono la playlist: un viaggio in treno lungo le bellezze della
Penisola (Made in Italy, 2016) e uno sguardo sulla nuova Italia
multietnica firmato da uno dei suoi esponenti di grido (Cara Italia,
2018).
La playlist è disponibile su canzoneitaliana.it,
il portale del ministero per i beni e le attività culturali e per il
turismo che segue i grandi appuntamenti italiani attraverso la musica.