(di Giuseppe Messina)
Hanno riempito piazza del Parlamento. Gli operatori della movida, sostenuti dal sindacato Silb, stamattina, davanti alla sede del Parlamento siciliano, hanno organizzato un sit-in che ha coinvolto un migliaio di lavoratori fermi da febbraio per l’epidemia Covid-19. Mentre tutte le attività ripartono, quelle della movida che comprendono discoteche, pub, locali serali e notturni sono ancora ferme al palo. Deejay, musicisti, impresari ed organizzatori di eventi ma anche camerieri, barman, fotografi, addetti alla sicurezza, sono fermi, senza lavoro e senza sussidi. Tante le figure professionali all’interno di questo comparto e tutti senza lavoro né sostentamento, non riescono ad andare avanti. “Chiediamo al governo regionale di sederci attorno ad un tavolo tecnico per considerare le condizioni di sicurezza e trovare il modo per riaprire le discoteche e i locali notturni – spiega il deejay Mauriziotto – Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, parla di una possibile riapertura in data 8 giugno ma le linee guida sono inammissibili. In discoteca non si può andare per ascoltare musica, in discoteca la gente vuole ballare”. Tutti con mascherine protettive e distanze di sicurezza, hanno gridato a gran voce il loro bisogno e desiderio di tornare al lavoro. Preoccupazione e per molti anche disperazione perché, senza lavoro ormai da mesi, non si può più andare avanti e non si possono mantenere le famiglie. “Se non si riaprono i locali molta gente continuerà a rimanere senza lavoro – sottolinea il deejay Sasà Taibi – Chiediamo al governo, allora, che fine hanno fatto i sussidi, i bonus di sostentamento, gli ammortizzatori sociali per tutti coloro che lavorano nel mondo della notte. Siamo stati abbandonati. Abbiamo bisogno di lavoro o di aiuti economici che ci permettano di andare avanti”. Il grido degli operatori della movida è stato raccolto dal parlamentare regionale Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive. “I gestori dei locali, i deejay e in generale tutti i professionisti dell’intrattenimento – spiega Cafeo – chiedono di essere ascoltati nelle sedi opportune. Una richiesta ragionevole che dovrebbe essere accolta, provando, per una volta, ad abbandonare l’autoritarismo e a optare per una seria concertazione prima di assumere decisioni che riguardano il futuro di migliaia di cittadini, imprese e famiglie, nonché la qualità dell’offerta d’intrattenimento anche per i turisti che sceglieranno di venire in Sicilia. Quello del confronto costruttivo propedeutico alle decisioni da assumere dovrebbe essere il metodo principe per provare a governare una crisi di queste proporzioni”. Gli operatori della movida ora sperano che arrivi presto una convocazione da parte della Regione Sicilia, cosicché i rappresentanti del comparto, a nome di tutti, possano arrivare ad una soluzione insieme alle istituzioni, nel rispetto della salute e della sicurezza ma anche nel rispetto del lavoro e della dignità di tutti.