Aveva un tumore, Elisabetta, e alla fine la sua ultima battaglia non è riuscita a vincerla. Aveva 44 anni e la musica si ricorderà di lei per essere stata la cantante e bassista, oltre che co-fondatrice, dei Prozac+ e dei Sick Tamburo. Il punk piange con noi

Era il 1995 quando Elisabetta Imelio, assieme a Gian Maria Accusani ed Eva Poles, fondò i Prozac+. Il loro primo exploit fu “Pastiglie”, brano ironico sulla vita da “impasticcati”, che valse loro una certa notorietà nella scena underground italiana.

Ci vollero oltre due anni per ottenere il successo che meritavano e il riconoscimento arrivò con l’uscita, nel 1997, del loro l’album “Acido Acida”. Una band formata sul duro fronte del palco. La loro è una musica che si esprimeva ed esaltava soprattutto nei concerti. I Prozac +, infatti, sono stati una band nata per suonare dal vivo e per catalizzare l’energia del loro pubblico. Le loro sono state esibizioni piene di vigore, in cui Eva, alla voce, Gian Maria, alla chitarra ed Elisabetta, al basso, sapevano martellare violentemente il loro pubblico con brani iper-veloci, duri e melodici insieme, creatori di un punk aggiornato in chiave pop e condito di forte ironia. Riconosciuti come artisti internazionali, furono i supporter degli U2 nelle date del “Pop Mart Tour ’97” e affrontarono, con rabbia ed energia, la massacrante sequenza di oltre duecento concerti in due anni. Durante i loro show, i fan più scalmanati rinnovano i classici rituali punk, sputando e tentando regolarmente di invadere il palco. Eva, l’esile cantante dalle variopinte parrucche, non perdeva mai il tempo anzi, lo esaltava saltando, ballando e cantando con la straordinaria energia che sviluppavano le esibizioni dei Prozac+. Tutto rievocava apertamente il mood e l’era punk, compreso il suono delle di sirene dell’auto della polizia, emulando lo stile che già fu dei “Clash” di “Police on my back”.

Nel 1998, il loro album “Acido Acida” li proiettò rapidamente nelle top ten italiane, grazie al loro riuscito cocktail di punk e pop, con testi che descrivevano, a tratti in maniera superficiale ma senza ombra di dubbio efficace, il disagio giovanile degli anni ’90 e non solo. Un disco facile, ma non banale, trainato dalla deliziosa “Acida”, in bilico tra ritmi martellanti e melodia. Furono accusati di convertire il punk a melodie facili e ruffiane. Ma i Prozac+, discepoli dei Ramones, costruirono e proposero brani che riuscirono a graffiare anche grazie ad un un paio di accordi azzeccati e un refrain accattivante. Ma i tre punk di Pordenone, presentarono una formula ibrida, che accontentò i nostalgici dei “Sex Pistol” pur strizzando l’occhio alle classifiche. Il loro “Acido Acida” riuscì a vendere oltre 160mila copie.

Il loro successivo lavoro, “Miodio” segnò una nuova tappa evolutiva della band, con piccole ma nuove rivoluzioni nell’organizzazione delle melodie e degli arrangiamenti, rimanendo sempre nel solco della loro collaudata formula di un pop-punk frizzante e al tempo stesso straniato. I testi continuarono a confermare un’ironia di fondo, come dimostrò il titolo del loro album, che si leggere indifferentemente come “Mi odio” o “Mio Dio”, ma soprattutto per la loro consueta analisi del malessere esistenziale giovanile. Brani ancora una volta gradevoli, anche se spesso ripetitivi, intonati con approccio cantilenante dall’inconfondibile Eva e, compreso nel singolo “La storia di Piera”, dal più aspro suono di Gian Maria Accusani, sempre più guitar hero. Terminata nel 2007 l’esperienza con i Prozac+, Elisabetta diede vita, sempre insieme a Gian Maria Accusani al gruppo alternative rock “Sick Tamburo”. Fu nel 2015 che Accusani, ispirato dalla battaglia che Elisabetta stava combattendo contro il cancro, compose un brano dal titolo “La fine della chemio”.

Il brano, fu poi reinciso nel 2018 in una nuova e lancinante versione per raccogliere i fondi da destinare alla A.N.D.O.S. di Pordenone e alla squadra di canoa “Donne in Rosa Lago Burida”. L’ultimo album dei Sick Tamburo, “Paura e l’amore”, è dello scorso anno. “Mr Man” e “Boom Girl”, ossia Gian maria ed Elisabetta, energia allo stato puro celati da passamontagna neri hanno lavorato e prodotto fino a poco più di un anno fa, per “Paura e l’amore”, l’ultimo lavoro, poi la malattia, il suo terribile ed imbattuto nemico, aveva attaccato il suo fegato. Poco prima della fine aveva voluto sposare il compagno Francesco che ha lasciato assieme ad un figlio piccolo.

Elisabetta Imelio era nata a Pordenone il 23 novembre 1975 ed è stata uccisa da un cancro il 29 febbraio 2020.

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Di admin